Come già detto in un articolo precedente, coloro che desiderano essere cremati al momento della morte non sono obbligati ad essere iscritti ad una società di cremazione o a lasciare un testamento depositato, poiché è sufficiente che i suoi familiari lascino una specifica dichiarazione scritta.
La legge infatti dice che:
in mancanza della disposizione testamentaria, o di qualsiasi altra espressione di volontà da parte del defunto, l’autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà del coniuge o, in difetto, del parente più prossimo e in caso di concorrenza di più parenti dello stesso grado, della maggioranza assoluta di essi (la metà più uno).
DALLA NOSTRA ESPERIENZA, IL NOSTRO CONSIGLIO.
In tanti anni di attività, basandoci quindi su una casistica molto ampia, abbiamo maturato la convinzione che sia sempre utile programmare in vita la volontà di essere cremati lasciando un testamento depositato oppure iscrivendosi ad una società di cremazione e comunicandolo al maggior numero di parenti possibile.
Analizziamo alcuni casi attinenti alla realtà:
1) Si è consapevoli che i propri familiari non concordano rispetto alla scelta di essere cremati: a fronte di un’espressa volontà del proprio caro, questi saranno moralmente più sereni ad accogliere le volontà e quindi ad avvisare l’impresa funebre incaricata dell’ iscrizione.
2) Qualora una persona sia iscritta, ma si è parte di un contesto familiare non unito: nei casi di separazione tra coniugi, può verificarsi che, nonostante la manifestata volontà verbale in vita da parte del defunto, l’ex marito o l’ex moglie ometta tale decisione all’impresa funebre incaricata, scegliendo opzioni differenti. Ecco perché è consigliabile iscriversi ad una società di cremazione o fare un atto notorio e successivamente coinvolgere anche gli altri parenti mettendoli a conoscenza delle proprie intenzioni, lasciando loro – ad esempio – gli estremi dell’iscrizione alla società di cremazione o fornendo la copia dell’atto notarile.
3) Quando non c’è più il coniuge e i figli sono molto distanti dalla residenza del loro genitore defunto, magari all’estero: in questo caso, è necessario il rientro di questi nel comune ove è avvenuto il decesso o sottoscrivere la propria dichiarazione attraverso il consolato. Tutte operazioni che comportano spesso dei tempi molto lunghi che un’iscrizione alla società di cremazione eviterebbe.
4) Quando non si ha coniugi o figli e il numero dei parenti dello stesso grado è molto alto rendendo difficile coinvolgerli.
5) Quando un coniuge non ha più capacità di intendere e di volere o, vista l’età avanzata, rischia di entrare in questa fase. Il fatto che il coniuge sia ancora in vita, anche se impossibilitato a compiere le volontà del coniuge defunto, non permette ai figli o ai parenti prossimi di poter sottoscrivere la dichiarazione di cremazione. La soluzione a questo problema sta nel richiedere al tribunale che uno dei parenti più prossimi diventi il tutore del parente prossimo che dovrebbe effettuare la dichiarazione.
6) Qualora si viva in un contesto familiare sereno e si pensa che non sia necessaria nessuna burocrazia legale. La nostra esperienza ci dice che è sempre utile lasciare un testo scritto – magari dopo averlo detto a voce durante una delle tante occasioni che vedono la famiglia riunita – per fissare le proprie volontà e sollevare tutti i parenti da ogni dubbio e indecisione.
Il quadro delle casistiche e, quindi, delle motivazioni alla base dell’importanza di lasciare una dichiarazione scritta o iscriversi ad una società di cremazione, ora, è sicuramente più completo.
Ovviamente, per qualsiasi chiarimento o delucidazione, siamo aperti ad un dialogo diretto sull’argomento.